Il neoliberismo ha provocato una trasformazione profonda delle forme di vita e del paesaggio istituzionale contemporaneo. Molti dei più collaudati dispositivi della politica moderna – su tutti: la rappresentanza – versano in una crisi che appare irreversibile. Azioni collettive , muovendo da un riuso critico del paradigma foucaultiano della governamentalità neoliberale, scommette su questa crisi e individua nel diritto – e in un’azione legale come la class action  – un promettente terreno di soggettivazione politica. La transitività tra soggettivazione e assoggettamento, tipica di ogni dispositivo governamentale, viene radicalizzata nell’ipotesi secondo cui il diritto possa sempre funzionare come una tecnica d’ordine e una grammatica di trasformazione. Si tratta dunque di verificare – nel tempo della crisi della mediazione politica – la possibilità di sperimentare e praticare una politica all’altezza delle forme di vita, di istituire , riconoscendone la politicità, le forme disperse della cooperazione sociale, di trasformare il diritto in un’arma contundente, di negoziare la libertà contro il comando, di disfare dall’interno la ragione neoliberale.